The Big Jazz Duo «Enemy» (2015)

The Big Jazz Duo «Enemy» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
30.06.2015

 

Visualizzazioni:
1608

 

Band:
The Big Jazz Duo
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Titolo:
Enemy

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Thomas Franceschetti :: Vocals
Riccardo Gilardenghi :: Guitar
Fabrizio Gesuato :: Guitar
Simone Salerno :: Bass, Vocals
Alessandro Pigoni :: Drums

 

Genere:
Deathcore / Death Metal

 

Durata:
31' 25"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
21.05.2015

 

Etichetta:
Fire Was Born
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Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
PR Lodge Music Promotion
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Recensione

Ricordo bene di aver recensito poco tempo fa l’EP di debutto di questo combo Alessandrino, che a scapito del nome è un quartetto che fa Deathcore abbastanza sperimentale, che arriva all’album di debutto con questo “Enemy” di 8 tracce più intermezzo che dura 31 minuti e mezzo. Proprio per via del fatto che l’EP non era male in quanto a originalità, nutrivo una discreta fiducia per questi ragazzi e aspettavo quest’album, ma per me “Enemy” è sì un buon album, ma niente di spettacolarmente bello.
Il punto è questo: qua e la le belle canzoni ci sono, come la migliore del lotto “The three beggars” dotata di un ottimo ritornello corale e con strofe interessanti, o la più tipicamente ‘core “RavenHeart” o anche “Descent”, che ha parti più cupe, ma il resto vivacchia un po’ nel “carino, ma niente di che”, soprattutto nella seconda parte, dove ci sono troppi intro e outro dei brani per solo pianoforte ridondanti, troppi brani insipidi lasciati un po’ a sé stessi, come la sesta canzone orribilmente troncata senza motivo, e in generale si può sentire una ispirazione vistosamente calante.
In altre parole, “Enemy” è forse un cd immaturo; non è che i TBJD non sanno scrivere belle canzoni: è che non sanno farlo per un full length, e parliamo anche di un full length molto corto, contando che ai 31 minuti vanno tolti 2 minuti di tastiera dell’ultima canzone, l’intermezzo della quinta traccia, e gli intro e outro presenti nelle tracce di metà disco.
Insomma: “Enemy” non è malaccio, ma secondo me è stato fatto troppo presto, sa di poco ispirato e per me andrà perdendosi col tempo. Lo raccomando solo ai fans sfegatati del deathcore.

Track by Track
  1. Limbo 65
  2. The Shepherd 60
  3. Descent 70
  4. RavenHeart 70
  5. All those who wander are lost - Intermezzo S.V.
  6. The hollow sunset 55
  7. Haunted 55
  8. The three beggars 70
  9. This darkest hour 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 65
  • Qualità Artwork: 65
  • Originalità: 60
  • Tecnica: 65
Giudizio Finale
63

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 30.06.2015. Articolo letto 1608 volte.

 

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